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Hindi level 1

La lingua hindi è la prima lingua indiana come numero di parlanti: secondo il Census of India, infatti, ci sono circa 530 milioni di persone che usano l’hindi come madrelingua (circa il 43% della popolazione totale), ma se consideriamo anche chi la parla come seconda, terza o quarta lingua, allora in India viene utilizzato da circa 690 milioni di persone (circa il 57% della popolazione totale).

Inoltre è una lingua globale che si parla in tutto il mondo grazie alla colonizzazione britannica prima, e alla diaspora indiana poi, quindi, per un mero calcolo di probabilità, l’hindi sarà l’idioma più utile in India e con gli indiani in generale, in aggiunta all’inglese nella sua variante caratteristica dell’inglese indiano. Nella vita quotidiana urbana, mescolare hindi e inglese dà vita allo slang che prende il nome di hinglish.

 

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Conoscere l'hindi

L’hindi si parla soprattutto nella cosiddetta hindi belt che comprende gli stati di Rajasthan, Himachal Pradesh, Uttar Pradesh, Madhya Pradesh, Chattisgarh, Jharkhand, Bihar e Delhi NCR (National Capital Region), ma come lingua franca si parla in molti degli Stati federati confinanti.

La lingua hindi dal punto di vista grammaticale è piuttosto semplice, ci sono poche regole difficili. Lo scoglio, oltre al suo alfabeto, è il lessico variegato, una ricca fraseologia, i verbi intensivi e i verbi causativi, la composizione nominale, la costruzione della frase “al contrario” con il predicato alla fine e soprattutto tutti gli accorgimenti di sociolinguistica (non verbali, para verbali, culturali, ecc.) per comunicare efficacemente.

L’alfabeto con cui si scrive in hindi si chiama devanagari, letteralmente “della città degli Dei”. Nella mitologia hindu il sanscrito è la lingua divina e la devanagari il suo alfabeto. In devanagari si scrivono anche altre lingue indo-arie tra cui il nepali e il marathi.

 

L'alfabeto

La devanagari è un alfabeto antico, che risale circa all’VIII secolo d.C.. È caratterizzato da una linea orizzontale che lega ciascuna parola: laddove la linea si interrompe termina anche la parola. Da ogni linea le lettere penzolano in una modalità di scrittura e lettura che va da sinistra a destra. A mettere fine alla frase non c’è il tipico “punto” che caratterizza la nostra lingua scritta bensì una linea verticale chiamata danda, ovvero “bastone”.

La devanagari è un alfabeto sillabico, dove ogni consonante forma una sillaba con vocale inerente “a”, se non dovutamente sostituita da altra vocale. Ci sono 33 consonanti e 11 vocali di partenza (11 caratteri per le vocali singole e 11 per le vocali in composizione), più i caratteri modificati (grumi consonantici, nasalizzazioni, ecc.).

 

L’alfabeto ha un ordine che segue la fisiologia di come il suono esce dalla bocca; le consonanti sono disposte in ordine di valore fonetico: gutturali, palatali, retroflesse, dentali, labiali, ecc. e all’interno di ciascun gruppo si trova una sorda semplice, una sorda aspirata, una sonora semplice, una sonora aspirata e una nasale.

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